13 Agosto.

 

La prima foto di Dubrovnick appena sbarcato e gia' diretto verso il campeggio. La strada si inerpica sul fianco della montagna seguendo il lungomare, mi fermo e scatto una foto... Il centro storico visto dall'alto e' veramente stupendo. Purtroppo i molti tetti nuovi riportano alla mente l'assedio di dieci anni fa. Tristi scoperte appena usciti dal campeggio: i segni delle granate sono sempre presenti.
Palazzo Sponza. Notare la nicchia contenente San Biagio, patrono della citta'. Le mura al sorgere del sole.  
Perfieria di Dubrovnick. Qui molti palazzi antichi portano i tristi segni dei bombardamenti. La colonna di Orlando (1417). La lunghezza del suo avambraccio teso era l'unita' di misura ufficiale (51,1 cm).  

Argh! Dormire sotto le stelle fara' anche tendenza e sara' pure romantico ma sicuramente e' molto scomodo! Infatti mi sveglio alle 5 circa completamente fradicio e intriso di umidita' fino alle ossa. Ho freddo, sono bagnato e non mangio un pasto decente da circa 24 ore!!!! Alle 7 arriviamo finalmente a Dubrovnick!!!!! Salgo in sella alla moto e scendo dalla nave per attraversare la dogana. Un poliziotto fa le solite domande di rito: No guns? No drugs? Faccio di no con la testa ma quando mi dice Alcol e io ridendo gli faccio di si mette a ridere pure lui e mi fa passare. Che scena comica! Priorita' numero uno: trovare un campeggio. Grazie alla guida Lonley Planet mi dirigo verso Sud dove dovrebbe essercene uno. La statale che lascia la citta' e' una strada costiera che si eleva sempre piu' e lo spettacolo e mozzafiato. Il centro storico circondato dalle mura e' illuminato dalla debole luce del mattino. Mi fermo per fare alcune foto e mi godo un po' il paesaggio. Riparto e trovo finalmente il campeggio. La strada costiera e' a strapiombo sul mare e deserta (beh, grazie tanto sono le 7 di mattina!) VROOM! VROOM!: guidare una moto e' un concentrato di emozioni specialmente quando attraversi paesaggi sconosciuti. Arrivo al campeggio "il porto" alle 8 e 30 di mattina, consegno il passaporto e corro a piantare la tenda vicino ad altri bikers. Scaldo un the sul fornello e riparto subito verso Dubrovnick per visitare la citta'. Lascio la moto all'ingresso di porta Pile e comincio il mio giro turistico. Beh, raccontare tutto quello che ho visto durante la giornata sarebbe un po' lungo; in sostanza ho trascorso la giornata vistando la parte antica di Dubrovnick. Potete ammirare alcune foto del centro storico. Una segnalazione per la bellissima e utilissima fontana di Onofrio dove mi sono fermato a bere piu' e piu' volte. Il resto della giornata e' quindi dedicato alla scoperta di Dubrovnick e delle sue bellissime mura. Break alle 11 per una birra e un panino (la birra in Croazia e' ultra-economica e molto buona!) e ritorno in campeggio durante il tardo pomeriggio cercando disperatamente un super-market. E' infatti domenica e tutti i negozi sembrano chiusi. Trovo un baracchino e riesco a raccattare nell'ordine: una pagnotta, una scatoletta di tonno, un paio di pesche, una scatola di biscotti, un sacchetto di patatine. WOW! Con tutto questo ben di dio mi dirigo al campeggio… Arrivato lascio giu' la spesa (chiamala spesa…) e vado a farmi un giro nei dintorni. Il campeggio e' ina specie di paese 8 km a sud di Dubrovnick. Esco dall'ingresso principale e faccio un giro in direzione spiaggia. Iniziano le prime sorprese: il manto stradale e' pieno di strani segni, passo una fila di case e al terzo condominio vedo il segno di una granata espolsa in pieno, vicino ad una terrazza. La granata deve essere esplosa portandosi via pochi pezzi di cemento ma inondando di schegge metalliche tutta la zona, visto che il muro di fronte e' inciso da mille piccole scalfitture. Piu' avanti c'e' un vecchio albergo abbandonato e buchellerato da ogni parte. Parlo con un simpaticissimo barista (parlo sempre con i baristi, chissa' come mai!) che mi mi spiega il motivo di questi segni di guerra.. Tutta la zona e' stata pesantemente bombardata dai serbi tra il 1991 e il 1992 i sia dalle montagne dietro la citta' (a pochissimi chilometri di distanza) che dal mare. Fu un anno d'inferno per chi rimase in citta' e dintorni durante l'assedio. Prima di partire pensavo che solo la citta' fosse stata colpita ma adesso mi rendo conto che la periferia non ha subito un trattamento diverso, anzi. I segni per terra sono i segni delle granate. Non sono buchi profondi e forse per questo nessuno a pensato a coprirli o cancellarli. Ce ne sono dappertutto, basta cercare. Tornando in campeggio guardo le case segnate dalle schegge e tristemente penso: questo condominio e' quasi uguale al mio, come reagirei se prendessero casa mia a colpi di granate? Potrei resistere, come hanno fatto loro per un anno, sepolto in casa per paura di essere sorpreso in strada da una pioggia di schegge? Mi faccio un mega panino al tonno e mangio una pesca: ok, non e' una gran cena ma almeno mangio qualche cosa! Zzzzzzzzz…….